Sunday, January 10, 2010

Newsletter SRM n. 126 - italiano


Pubblichiamo Newsletter SRM n. 126 - italiano, consultabile (pdf con immagini o html senza immagini) a questo link
 
 

Indice Newsletter SRM n. 126



Papa Benedetto XVI: i Magi "autentici cercatori della verità"
Dall'Angelus del Pontefice per l'Epifania

 

Se il conflitto tra evoluzione e fede prende svolte impreviste
Lo scorso 29 dicembre Il Foglio ha pubblicato alcuni articoli che proseguono il confronto sul rapporto tra teorie evolutive e creazione, già segnalato su SRM e nella precedente Newsletter n. 125.
Segnaliamo gli articoli, pubblicati sul sito SRM, pur specificando che le nostre posizioni non si identificano affatto con le tesi degli autori.
 

  • Il teo-evoluzionismo è una malattia dello spirito da cui guardarsi, dice il prof. De Mattei
  • Altro che Galileo. La nuova frontiera dentro la chiesa è la vertenza su Darwin
  • Ci convertiremo al darwinismo quando ce ne daranno prova scientifica, almeno una
  • Evoluzionismo un corno
 
 

Il Natale, tra tradizione, scoperte astronomiche e "previsioni" per il 2012

Una intervista a tutto campo dell'Osservatore Romano per Guy Consolmagno, gesuita e astronomo della Specola Vaticana

 

 

Prossimi Eventi
  • Il Pontificio Consiglio della Cultura e il dialogo scienza – teologia
    Conferenza di Mons. Melchor Sánchez de Toca, Sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, per il corso Scienza e Religione, del Master in Scienza e Fede
  • Dall'atomo all'uomo: determinismo, diversità, complessità
    Conferenza del Prof. Vincenzo Balzani (Università di Bologna) per il modulo Le fondamenta della materia fisica, del Master in Scienza e Fede
  • Infiniti soli, innumerevoli mondi, una sola vita?
    Tavola rotonda nell'ambito della mostra "Astri e Particelle"
 
 
Per informazioni, segnalazioni o chiarimenti:


Paolo Centofanti
Direttore SRM - Science and Religion in Media



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Saturday, January 09, 2010

Anche i numeri hanno una materia. Parola di Aristotele


da  L'Osservatore Romano, 7-8 gennaio 2010


Anche i numeri hanno una materia. Parola di Aristotele

I molteplici significati di un termine fondamentale nella storia del pensiero filosofico
Pubblichiamo stralci di una delle relazioni presentate nell'ambito del colloquio internazionale di filosofia intitolato "Materia" in corso a Roma a Villa Mirafiori e organizzato dalle università di Roma La Sapienza e di Verona.

di Enrico Berti

Il glorioso Index aristotelicus di Hermann Bonitz (1870) riporta una decina di passi per quanto riguarda il significato comune del termine hùle ("materia"). Il significato è quello noto a tutti, cioè legno, o materia delle piante, sia terrestri che acquatiche, e quindi anche sterpi, ramoscelli, e più in generale boschi. La prevalenza di passi derivanti dalle opere biologiche conferma che si tratta di materia organica. Quanto al significato tecnico (artis vocabulum) di "materia" in generale, Bonitz dichiara che il primo a introdurlo nella letteratura greca è stato proprio Aristotele, citando al riguardo le ricerche di Waitz (1844) e Engel (1850). A questo proposito, però, va ricordato che lo stesso Aristotele non rivendica alcun primato nella scoperta del concetto di "materia", ma lo attribuisce a quasi tutti i filosofi a lui precedenti in particolare a Platone, anche se ha da ridire sul modo in cui specialmente quest'ultimo lo ha inteso. Ciò rientra nella nota tendenza di Aristotele a trovare conferme delle proprie teorie nel pensiero dei suoi predecessori, attribuendo loro concetti che in realtà sono stati formulati con chiarezza per la prima volta da lui, salvo poi criticare gli stessi predecessori perché non avrebbero formulato tali concetti correttamente, cioè allo stesso modo in cui li ha concepiti lui.

La teoria per la quale Aristotele cerca una conferma nel pensiero dei predecessori è soprattutto la dottrina delle quattro cause, di ciascuna delle quali egli ricostruisce la scoperta nel primo libro della Metafisica, ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Non ci ruba la terra chi ci regala il Cielo

 
da  L'Osservatore Romano, 6 gennaio 2010

Non ci ruba la terra chi ci regala il Cielo

L'Epifania in un inno del V secolo
di Inos Biffi

Se il Natale celebra la venuta di Gesù alla luce nel nascondimento e nella familiare semplicità di una casa non molto dissimile da una grotta, dov'è accolto dalla fede e dalla tenerezza di Maria e di Giuseppe, e dov'è riconosciuto solo dalla premurosa umiltà dei pastori, l'Epifania già ne celebra l'aperta manifestazione quale Figlio di Dio, considerando i segni che lo rivelano:  la stella brillata allo sguardo dei Magi; il battesimo al Giordano; la conversione dell'acqua in vino, a Cana.

Sono i tre "miracoli" cantati dall'inno dei vespri dell'Epifania, un inno formato da strofe tratte dall'ampia e modesta composizione di Sedulio (secolo V):  A solis ortus cardine. ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano
)

L'intelligenza aperta alla fede è vera sapienza


da  L'Osservatore Romano, 7-8 gennaio 2010
 

L'intelligenza aperta alla fede è vera sapienza

All'Angelus dell'Epifania il Papa indica nei magi i modelli degli autentici cercatori della verità

I magi sono "modelli degli autentici cercatori della verità", perché "da veri sapienti, sono aperti al mistero che si manifesta in maniera sorprendente". Lo ha sottolineato il Papa all'Angelus della solennità dell'Epifania, recitato mercoledì mattina, 6 gennaio, con i fedeli riuniti in piazza San Pietro.

Cari fratelli e sorelle!

Celebriamo oggi la grande festa dell'Epifania, il mistero della Manifestazione del Signore a tutte le genti, rappresentate dai Magi, venuti dall'Oriente per adorare il Re dei Giudei (cfr. Mt 2, 1-2). San Matteo, che racconta l'avvenimento, sottolinea come essi arrivarono fino a Gerusalemme seguendo una stella, avvistata nel suo sorgere e interpretata quale segno della nascita del Re annunciato dai profeti, cioè del Messia. Giunti, però, a Gerusalemme, i Magi ebbero bisogno delle indicazioni dei sacerdoti e degli scribi per conoscere esattamente il luogo in cui recarsi, cioè Betlemme, la città di Davide (cfr. Mt 2, 5-6; Mic 5, 1). La stella e le Sacre Scritture furono le due luci che guidarono il cammino dei Magi, i quali ci appaiono come modelli degli autentici cercatori della verità.

Essi erano dei sapienti, che scrutavano gli astri e conoscevano la storia dei popoli. Erano uomini di scienza in un senso ampio, che osservavano il cosmo ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Thursday, January 07, 2010

Il Foglio: Come si evolve bene la creazione - 2


da  Il Foglio 29 dicembre 2009


Ci convertiremo al darwinismo quando ce ne daranno prova scientifica, almeno una

"I creazionisti […] non possono sostenere che il racconto biblico sia provato scientificamente, emulando così gli evoluzionisti dogmatici che credono che la loro teoria sia scientificamente provata". Nel cuore del proprio ponderoso libro, "Charles Darwin oltre le colonne d'Ercole. Protagonisti, fatti, idee e strategie del dibattito sulle origini e sull'evoluzione" (Gribaudi, Milano 2009), lo afferma Mihael Georgiev. Nato a Sofia, Georgiev ha lasciato la Bulgaria nel 1971 e, dopo aver studiato negli Stati Uniti, si è accasato in Italia. Laureato in Medicina e chirurgia alla Sapienza di Roma, dal 2006 è membro del Centro di malattie vascolari dell'Università di Ferrara.

Autore di testi medici e scientifici, dal 2002 è vicepresidente dell'Associazione italiana studi sulle origini (www.origini.info). Il bello però è che, personalmente parlando, Georgiev creazionista lo è davvero, giacché prende sul serio quella fede che definisce l'Altissimo "creatore del cielo e della terra". Ma, al tempo. Georgiev non è un "concordista". ... leggi tutto, SRM

Il Foglio: Come si evolve bene la creazione - 1


da  Il Foglio 29 dicembre 2009


Altro che Galileo. La nuova frontiera dentro la chiesa è la vertenza su Darwin

Negli ultimi giorni del 2009, Anno internazionale dell'astronomia (che celebra le prime osservazioni celesti di Galileo Galilei) e secondo centenario della nascita di Charles Darwin (che scrisse "L'origine delle specie" giusto centocinquant'anni fa), anche i teologi si ritrovano per parlare di evoluzione. Un tema su cui i cattolici sono divisi tra una maggioranza che accetta la vulgata e una minoranza che si proclama creazionista contro l'evoluzionismo imperante.

E' di questi giorni il ritorno di fiamma di una polemica che ha come protagonista il vicepresidente del Cnr, Roberto de Mattei, reo di aver organizzato nel febbraio scorso un convegno molto critico sull'evoluzionismo i cui atti sono appena stati pubblicati dall'editore Cantagalli. Il matematico Piergiorgio Odifreddi, custode del darwinismo più dogmatico, lo ha attaccato a testa bassa. Da parte sua, il magistero ecclesiastico alterna solenni incontri ecumenici con gli scienziati a prese di distanza argomentate.

La querelle tra evoluzionisti e creazionisti è molto vivace. Ma chissà che all'Associazione teologica italiana (Ati), nei suoi tre giorni di studio romani (ieri il primo), ... leggi tutto, SRM

2012 ? Non è mica la fine del mondo


da  L'Osservatore Romano, 6 gennaio 2010
 
 

2012 ? Non è mica la fine del mondo 

A colloquio con l'astronomo gesuita Guy Consolmagno sulle interpretazioni della stella di Betlemme e sulle predizioni del futuro
di Gianluca Biccini

Faremo la stessa fine dei dinosauri? Forse sì. Ma tranquilli, non nel 2012. Perciò nessun credito a "improbabili pronostici" o "previsioni" del futuro già stigmatizzati da Benedetto XVI. La rassicurazione arriva da fratel Guy Consolmagno, astronomo della Specola Vaticana, che di transiti celesti se ne intende, eccome. Il viso incorniciato da capelli e barba d'altri tempi, questo gesuita statunitense unisce il rigore dello studioso a uno spiccato senso della notizia - ci ha confidato che da giovane provò a fare il giornalista - e alla fede salda dei discepoli di Ignazio di Loyola. Da lui una lezione ai profeti di sventura che in tempi di crisi fanno affari d'oro: il colossal 2012 sbanca al botteghino e i nefasti pronostici attribuiti al calendario degli incolpevoli maya hanno riacceso i riflettori sul tema della fine del mondo. Lo abbiamo raggiunto a Tucson, dove ha trascorso le giornate natalizie tra l'università dell'Arizona e l'osservatorio sul Monte Graham, con l'avveniristico telescopio vaticano a tecnologia avanzata. ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Wednesday, January 06, 2010

Problemi tecnici Sito web SRM risolti

Si sono verificati, dal 5 al 6 gennaio, alcuni malfunzionamenti sul sito web SRM, per motivi tecnici dovuti presumibilmente a disservizi del provider.
 
I problemi sembrano attualmente risolti, ce ne scusiamo e vi ringraziamo per la vostra pazienza.
 
Restiamo disponibili per segnalazioni, informazioni o chiarimenti.

Paolo Centofanti,
Direttore SRM - Science and Religion in Media

La pace si costruisce anche rispettando l'ambiente

da  L'Osservatore Romano, 2-3 gennaio 2010


La pace si costruisce anche rispettando l'ambiente
Alla messa del 1° gennaio 2010 il Papa ha invitato a guardare ai volti sofferenti dei bambini vittime di guerre, fame e malattie

Dalla tenerezza del Bambino Gesù che guarda a Maria, alla sofferenza che segna il volto dei bambini violentati nel mondo da guerre, fame, malattie, degrado ambientale, all'invito a deporre le armi per costruire la pace. Sono i principali temi di riflessione proposti da Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata venerdì 1° gennaio 2010, solennità della Madre di Dio, nella basilica di San Pietro, in occasione della Giornata mondiale della pace.

Venerati Fratelli,
illustri Signori e Signore,
cari fratelli e sorelle!
Nel primo giorno del nuovo anno abbiamo la gioia e la grazia di celebrare la Santissima Madre di Dio e, al tempo stesso, la Giornata Mondiale della Pace. In entrambe le ricorrenze celebriamo Cristo, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine e nostra vera pace!  ...

... Il mio Messaggio per l'odierna XLIII Giornata Mondiale della Pace:  "Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato", si pone all'interno della prospettiva del volto di Dio e dei volti umani. Possiamo, infatti, affermare che l'uomo è capace di rispettare le creature nella misura in cui porta nel proprio spirito un senso pieno della vita, altrimenti sarà portato a disprezzare se stesso e ciò che lo circonda, a non avere rispetto dell'ambiente in cui vive, del creato. Chi sa riconoscere nel cosmo i riflessi del volto invisibile del Creatore, è portato ad avere maggiore amore per le creature, maggiore sensibilità per il loro valore simbolico. Specialmente il Libro dei Salmi è ricco di testimonianze di questo modo propriamente umano di relazionarsi con la natura:  con il cielo, il mare, i monti, le colline, i fiumi, gli animali... "Quante sono le tue opere, Signore! - esclama il Salmista - / Le hai fatte tutte con saggezza; / la terra è piena delle tue creature" (Sal 104/103, 24).

In particolare, la prospettiva del "volto" invita a soffermarsi su quella che, anche in questo Messaggio, ho chiamato "ecologia umana". Vi è infatti un nesso strettissimo tra il rispetto dell'uomo e la salvaguardia del creato. leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Da cristiani nei moderni areopaghi


da  L'Osservatore Romano, 4-5 gennaio 2010
 
Da cristiani nei moderni areopaghi

Riflessioni per l'Anno sacerdotale

di Mario Pangallo

Non è facile trovare un criterio unitario di lettura dell'odierna situazione culturale, vista la diversità di culture, di filosofie, di correnti di pensiero sociale e politico, di costumi. E questa difficoltà potrebbe far nascere l'idea che la cultura sia così pluralistica e frammentata, da rendere impossibile un discorso veritativo universale.

Non si può negare, tuttavia, che le filosofie del XX secolo abbiano avuto un ruolo importante nell'evidenziare i limiti insuperabili e in molti casi anche le contraddizioni delle filosofie ottocentesche, al punto che è ormai invalso l'uso di parlare di "naufragio delle ideologie". Inoltre, va ascritto a merito di quel secolo l'aver saputo valorizzare le categorie moderne di "soggetto", di "coscienza", di "storicità", all'interno di una sensibilità culturale attenta ai problemi dell'esistenza umana e all'eterno tema della libertà dell'uomo di fronte al male e all'assoluto, liberandosi dai pregiudizi e dai dogmi delle filosofie sistematiche del secolo precedente. Non pochi sono soddisfatti dell'opera di demolizione teoretica operata nel XX secolo nei confronti della "modernità", e parlano dell'epoca presente come di un'epoca "post-moderna". Altri, invece, ritengono che siamo ancora nella piena modernità, giunta alle sue logiche conclusioni. Altri ancora, soprattutto in ambito religioso, ritengono che il vuoto d'ideali lasciato dal crollo delle ideologie possa essere colmato dalla ripresa del sentimento religioso e in questo senso vedono nell'epoca presente un'opportunità unica sotto il profilo culturale.

Tutte queste posizioni presentano aspetti di verità. Tuttavia, non bisogna sottovalutare il fatto che, in conseguenza delle illusioni prodotte dalle ideologie immanentiste, si sono creati rilevanti ostacoli culturali nella società odierna, ostacoli che si oppongono a un'efficace evangelizzazione, e che fortemente persistono, nonostante siano tramontati i sistemi teorici che li hanno generati. ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

L'età della meraviglia


da  L'Osservatore Romano, 4-5 gennaio 2010


L'età della meraviglia

Il rapporto tra creazione artistica e scoperte all'epoca di Cook, Blake e Byron

di Giulia Galeotti

Il senso di meraviglia, un profondo stupore:  queste le parole chiave dell'ultimo saggio di Richard Holmes, The Age of Wonder (Harper Press paperback, 2008), che indaga, come spiega il sottotitolo, il modo in cui il Romanticismo scoprì la bellezza e il terrore della scienza (anche se, in realtà, il saggio va un po' oltre). Per solito, siamo usi credere che il Romanticismo come movimento culturale sia stato ostile alla scienza. Pensiamo vi sia una sostanziale incompatibilità tra i due ambiti, non fosse altro che per gli opposti caratteri dominanti, la soggettività dell'uno e l'oggettività dell'altra. Forse, però, le cose non stanno proprio così. O almeno questo tenta di dimostrare l'autore del saggio, che trova appunto nel concetto di wonder l'atteggiamento che accomunò i due movimenti.

Occupandosi specificatamente del caso inglese, Holmes analizza i 60 anni tra il 1770 e il 1830, l'Age of Wonder appunto, che fu da un lato l'età romantica (aperta da poeti come Blake, Wordsworth e Coleridge e chiusa da Shelley, Keats e Byron), e dall'altro la seconda rivoluzione scientifica, come la definì, non a caso per primo, proprio il poeta Coleridge nelle sue Philosophical Lectures del 1819.

La tesi di Richard Holmes è che l'interrelazione tra scienza e romanticismo ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Malfunzionamenti sito web SRM


Si stanno verificando alcuni malfunzionamenti sul sito web SRM, www.srmedia.org, per motivi tecnici non dipendenti da noi, quindi presumibilmente dal provider Aruba.
 
Ce ne scusiamo, stiamo cercando di risolvere i problemi al più presto possibile.
 
 
Paolo Centofanti
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Monday, January 04, 2010

Evoluzionismo un corno

Il Foglio il 29 dicembre scorso ha pubblicato alcuni articoli che proseguono il confronto sul rapporto tra teorie evolutive e creazione, e l'analisi sul modo in cui le stesse teorie evolutive attuali spiegano effettivamente la realtà vivente.
Iniziamo publicando l'articolo del prof. Roberto Volpi

Evoluzionismo un corno

Studiare la storia del biologo Jacques Monod è un modo per capire perché le teorie darwiniste (soprattutto sul caso) non reggono proprio più

di Roberto Volpi

Tratto da Il Foglio del 29 dicembre 2009


Il caso non è un soggetto semplice e, soprattutto, non è un'entità univoca. Dire che il determinato evento o fenomeno si è prodotto per caso non basta affatto a fornirci le coordinate epistemologiche di quell'evento o fenomeno. I biologi evoluzionisti, che pure hanno tanti meriti, dovrebbero meglio rendersi conto di questa semplice verità, per fare i conti fino in fondo con l'eredità loro lasciata da Jacques Monod nel suo fondamentale lavoro "Il caso e la necessità". Perché Jacques Monod, straordinario biologo, non aveva una visione lucida del caso e della probabilità, cosicché, paradossalmente, il suo principale assunto si rivela a lungo andare claudicante, in quanto attribuisce al caso quel carattere assoluto e invariante che invece non ha. Cosa afferma, in estrema sintesi Monod? Che c'è un evento iniziale, nella riproduzione sessuata invariante, che spinge in avanti il processo evolutivo. ... leggi tutto, SRM

Saturday, January 02, 2010

Dall'atomo all'uomo: determinismo, diversità, complessità

Conferenza del Prof. Vincenzo Balzani (Università di Bologna) per il Modulo Le fondamenta della materia fisica, del Master in Scienza e Fede

Martedì 12 gennaio 2010, dalle ore 17.10 alle ore 18.40

Aula Magna (2º piano) dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Via degli Aldobrandeschi, 190, Roma

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Il Pontificio Consiglio della Cultura e il dialogo scienza - teologia

Conferenza di Mons. Melchor Sánchez de Toca, Sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, per il corso Scienza e Religione, del Master in Scienza e Fede

Martedì 12 gennaio 2010, dalle ore 15.30 alle ore 17.00

Aula Magna (2º piano) dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Via degli Aldobrandeschi, 190, Roma

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Thursday, December 24, 2009

Dal convegno "Dio oggi: con lui o senza di lui cambia tutto"

Dal convegno "Dio oggi: con lui o senza di lui cambia tutto". organizzato a Roma dal Comitato per il Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana, pubblichiamo alcuni degli interventi, cortesia L'Osservatore Romano.
 
Anche la bruttezza (non la bruttura) può salvare il mondo
di Gianfranco Ravasi

"Il Signore vi parlò dal fuoco. Voce di parole voi ascoltavate. Nessuna figura voi vedevate:  era solo una voce" (Deuteronomio, 4, 12). "Se un pagano viene e ti dice:  Mostrami la tua fede! (...) tu portalo in chiesa e mostra a lui la decorazione di cui è ornata e spiegagli la serie dei sacri quadri" (Giovanni Damasceno, PG, 95, 325). Sono questi i due estremi antitetici di uno spettro cromatico ideale. Esso si apre col gelido precetto aniconico del Decalogo [...]. L'arte è, allora, la narrazione visiva dell'esperienza dell'incontro con un volto, una parola, un'immagine veramente visibile ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)
 
L'incarnazione, la modernità e la grammatica dell'uomo
di Angelo Scola

La fede cristiana sa che l'unica possibilità di narrare Iddio si trova nell'ascolto di quanto Egli ha voluto liberamente comunicarci. E la comunicazione diretta dell'Invisibile ha un nome proprio, è una persona vivente:  Gesù Cristo, l'Interprete di Dio. Il Vangelo di Giovanni dice fin dall'inizio a chiare lettere:  "Dio, nessuno lo ha mai visto:  il Figlio unigenito che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Giovanni, 1, 18).
L'espressione di Balthasar ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)
 
Occhio alla metafisica travestita da scienza
di Giorgio Israel
È perfettamente comprensibile che i passati tumultuosi rapporti tra scienza e fede - in buona sostanza il "caso Galileo" - inducano alla prudenza e al desiderio di non aprire nuovi conflitti e anzi di stabilire un terreno di concordia. Ma spesso si dimentica che quei conflitti furono tali soprattutto per motivi d'intolleranza nei confronti del libero pensiero, [...].
Le neuroscienze contemporanee ... ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)
 
Quella strana sordità
di Silvia Guidi
Colline come elefanti bianchi; forse per raccontare la prima giornata del convegno del Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana (Cei) in corso a Roma "Dio oggi. Con Lui o senza di Lui tutto cambia" - e in particolare la tavola rotonda su Dio, la vita e la vita umana - conviene iniziare dalla fine, dall'ultimo intervento in programma, quello del cardinale Carlo Caffarra. Al termine della sua relazione, l'arcivescovo di Bologna ha citato il breve e bellissimo racconto di Ernest Hemingway - Colline come elefanti bianchi, appunto - in cui lo scrittore americano ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Se il "conflitto" tra evoluzione e fede prende "svolte" impreviste


Il convegno sull'evoluzionismo, organizzato dal prof. Roberto De Mattei lo scorso 23 febbraio, e basato principalmente sull'ipotesi di una insufficienza dell'evoluzionismo stesso a spiegare la realtà biologica, aveva già suscitato alcune polemiche; la recente pubblicazione degli atti, con il significativo titolo
Evoluzionismo: il tramonto di un'ipotesi (Cantagalli), ha riacceso la polemica e le critiche, in particolare da parte del filosofo Telmo Pievani nella rivista Micromega, che già aveva fortemente criticato l'iniziativa e i suoi contenuti, e più recentemente dell'Unità.

Pubblichiamo una breve analisi, con articoli anche da Libero, Il Giornale e altre pubblicazioni, che illustrano le varie posizioni, e in alcuni casi interpretazioni, su questo "caso".

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Una "nuova sindone", o una nuova piccola confusione ?


Nei giorni scorsi è apparsa la notizia del ritrovamento di un sudario funerario nella Città Vecchia di Gerusalemme, che risalirebbe al 70dc circa, ma che, per le sue caratteristiche di filatura, non sarebbe compatibile con la Sindone conservata nel Duomo di Torino. Questa avrebbe quindi un tessuto, secondo alcuni, troppo "ricco" e troppo elaborato per essere originaria del I secolo, e quindi potrebbe riproporsi l'ipotesi di datazione ad epoca medioevale. La "scoperta" sarebbe casuale, frutto di una ricerca effettuata per studiare la diffusione della lebbra in Palestina.

In realtà, trovare un reperto di una certa epoca diverso da un altro dello stesso tipo, scientificamente non proverebbe molto, come non proverebbe nulla ad esempio confrontare la tomba di un alto dignitario dell'antico Egitto, con quella coeva di un membro delle dinastie reali, oppure di un popolano.

Rimandiamo alle valutazioni di esperti per il tessuto, e pubblichiamo una breve analisi dell'informazione sulla Sindone di questi ultimi mesi, tra cui due libri di Barbara Frale, e le sue ipotesi storiche.

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Una possibile nuova armonia tra teoria della relatività, meccanica quantistica e metafisica

Questo il senso dell'intervento del prof. Enrico Berti, per il quale "dopo la cosiddetta seconda rivoluzione scientifica, quella verificatasi tra Ottocento e Novecento a opera della teoria delle relatività, del principio di indeterminazione e della fisica quantistica, si è compreso il carattere non necessario, ma approssimativo, cioè statisticamente probabile, della scienza in generale e quindi della stessa cosmologia fisica, quello stesso carattere approssimativo che secondo Aristotele distingueva la fisica dalla matematica".

Il contrasto tra filosofia e fisica classica ... leggi tutto, SRM

Mons. Gianfranco Ravasi: l'idea di "creatio ex nihilo" è intrinseca alle Sacre Scritture .


... e non è una elaborazione successiva dovuta alla traduzione greca dei Sacri testi.

Rispondendo a una domanda ricevuta nella giornata inaugurale del convegno, il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha riaffermato il proprio punto di vista, spiegato nella sua relazione: "il concetto di creazione ex nihilo, anche se non formalizzato completamente e secondo la metafisica, cosa questa possibile soltanto con il linguaggio greco, è già presente dall'inizio nelle Scritture, attraverso simboli del nulla"; ed è un concetto che "il mondo semitico aveva sicuramente già intuito".

Si comprende quindi "come l'interpretazione ... leggi tutto, SRM