Thursday, June 10, 2010

La ragione e il bene comune

 
 
da  L'Osservatore Romano, 6 giugno 2010
 

La ragione e il bene comune



Da Cipro il Papa lancia alla comunità internazionale un nuovo e forte appello alla ragione. Con uno scopo che può essere compreso e accettato da tutti, al di là di ogni divisione:  servire il bene comune. E questo in un Paese diviso innaturalmente e sulle soglie di una regione - il Vicino e il Medio Oriente - segnata da conflitti che sembrano non avere fine e costituiscono un pericolo permanente per la pace mondiale. Con la conseguenza gravissima di allargare l'abisso dell'odio e di mettere a rischio l'esistenza stessa di antichissime Chiese cristiane, proprio là dove il cristianesimo è nato e si è sviluppato nei primi secoli.

Non si deve scambiare il pacato ragionare di Benedetto XVI per un esercizio teorico e sterile di raffinata intellettualità. Al contrario, si tratta di parole che risuonano con immediata concretezza nel drammatico scenario della Terra santa - e Cipro vi appartiene da sempre - e dell'intero Medio Oriente. Parole basate su principi di cui erano convinti già Platone, Aristotele e gli stoici, ripresi nel medioevo da filosofi islamici e cristiani, come ha voluto ricordare il Papa con una sottolineatura carica di significato e di implicazioni esigenti per una contemporaneità che spesso non riconosce più la tradizione culturale su cui pure è fondata.
Dopo i discorsi pronunciati nel 2006 all'università di Ratisbona e nel 2008 a New York davanti alle Nazioni Unite, questo di Nicosia ai politici e diplomatici può essere considerato la terza grande variazione di Benedetto XVI sul tema della ragione, ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Dal Dna un flash sul passato


da  L'Osservatore Romano, 7-8 giugno 2010 


Dal Dna un flash sul passato

La biologia molecolare applicata ai fossili per studiare il percorso della specie umana

 
di Fiorenzo Facchini

I fossili sono il linguaggio della evoluzione della vita. Ci offrono qualche flash sulle forme di vita del passato. Ogni volta che un nuovo fossile viene scoperto si cerca di vedere in quale posizione si collochi nel cespuglio di specie del passato e quali connessioni possa avere con quelle viventi. Alle testimonianze dei fossili si sono aggiunte negli ultimi anni quelle della biologia molecolare.

Fino a non molto tempo fa la biologia molecolare si basava sui polimorfismi genetici, sui cromosomi e sul Dna per ricostruire le parentele dell'uomo con i Primati viventi e i tempi di separazione delle diverse linee evolutive. Da poco più di una decina di anni viene studiato il Dna antico, estratto da ossa umane preistoriche. Un problema che si pone in queste analisi - sempre che il Dna sia ancora presente e non abbia subito degradazioni - è la possibile contaminazione del campione per cause esterne fra cui la manipolazione del personale che vi lavora. Con le necessarie precauzioni le analisi possono fornire informazioni di grande interesse per riconoscere affinità e differenze e le possibili connessioni tra reperti umani di epoche differenti. Il Dna antico finora studiato ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)